Rubʿ al-Khālī (الربع الخالي)
Oggi andremo a cercare di vedere quello che non vedremo in questo viaggio, Rub' al-Khali (the Empty Quarter) questo immenso deserto lungo 1000km e largo 500km che si estende dall'Oman fin nel cuore della Arabia Saudita
 |
The Empty Quarter |
nonostante qualche ora di macchina ce ne facciamo una vaghissima idea poiché riusciamo a vedere solo la parte piatta, ma proprio piatta e senza confine, senza riuscire però ad arrivare alle sabbie (The Sands) dove ci sono delle dune altissime dai colori bellissimi. Rimane un sogno da realizzare in futuro, ovviamente si trovano foto su Google Images, filmati su YouTube ma non metto nessun link deve restare un sogno, un progetto.
A proposito di questo deserto c'è un libro merita una citazione, Arabian Sands di Wilfred Thesiger, viaggiatore inglese che fra il 1946 e il 1950 ha attraversato The Empty Quarter e nel libro ne fa una cronaca dettagliata, descrivendo con passione la vita e le tradizioni dei bedu che lo hanno accompagnato. Un breve documentario su di lui e su questo libro è stato prodotto da Journeyman Productions, ed inoltre, dal libro è stato anche tratto un film dallo stesso titolo diretto da Jean-Claude Luyat il cui trailer è su YouTube.
Partiamo da Salalah diretti a Nord sull'autostrada per Muscat il riferimento è Thumrait cittadina e posto di sosta lungo l'autostrada con stazioni di servizio e negozi dove comprare cibo e acqua, arrivati lungo al strada circa alla sua altezza ci fermiamo, una macchina deve fare benzina, mentre parliamo notiamo un cartello poco più avanti, riproduce il logo di una ben nota marca di benzina e una scritta "200", ci diciamo guarda a duecento metri c'è un distributore. Errore ! Il cartello dice 200km e in effetti su questi 1000km di deserto c'è una stazione di rifornimento ogni 200 km e noi ne avevo appena passata una. Torniamo indietro a fare il pieno e dopo non molto lasciamo l'autostrada per dirigerci verso Shisr che è forse l'antica e mitica Ubar. Non è affatto sicuro che sia così, Ubar, la città dalle mille colonne, è una città di cui parlano le leggende come una città favolosamente ricca grazie ai suoi commerci e che esisteva nel 3000 A.C. e che poi fu distrutta, negli anni 80. Partendo dalla foto fatte dallo shuttle fu ritrovato questo antico insediamento che qualcuno ha identificato con Ubar.
 |
Shisr (Ubar ?) |
Da qui prendiamo una sterrata sperando di arrivare a vedere le dune ma sono troppo lontane, forse avremmo dovuto prendere una qualche gita organizzata con guida Bedu per una due giorni/una notte nel deserto ma da soli così non è possibile. Giriamo e torniamo indietro verso l'autostrada
 |
L'autostrada Muscat - Salalah |
Sulla via del ritorno ci fermiamo Frankincense Park of
Wadi Dawkah, il nome promette più del posto, ma vediamo un appezzamento di terreno coltivato con le piante da cui si estrae la resina/incenso, ne avevano viste altre nei giorni scorsi ma qui ci possiamo girare intorno
 |
Albero da cui si trae l'incenso (Boswelia Sacra) |
Rientrando ci facciamo lasciare al
Museum of Frankincense Land che è all'interno del
Parco Archeologico di Al Baleed dove si trovano gli scavi dell'antico porto di
Zafar. Qui le cose sono molto diverse da altri posti, il sito è stato scavato ed organizzato da un team tedesco e quindi riconosciamo dei criteri di tipo occidentali nell'organizzare le cose; non c'è nulla di ricostruito ma il tentativo, scavando e rimettendo insieme delle colonne e dei muri, di dare un'idea della vecchia città medievale. Essa raggiunse il suo massimo splendore nel XIII secolo A.D. ma vi sono tracce di insediamenti molto più antichi che vanno indietro fino all'età del bronzo. Il sito è attraversabile tramite dei vialetti lungo i quali vediamo anche della auto elettriche ed è attraversato da un canale percorso da barche, insomma ad occhi chiusi potremmo essere ovunque. Complessivamente molto interessante.
 |
I resti di un'antica moschea |
Inizia a scendere il sole ed andiamo a visitare il Museo. Siamo fortunati, troviamo aperta la Sala Marittima dove c'è un'esposizione della storia marittima dell'Oman e in particolare di questa regione, la sala è nuova appena terminata (due giorni fa era ancora chiusa) ; ci incuriosiscono vecchi strumenti astronomici per la navigazione, la storie di alcune barche (quella che ha portato il primo omanita fino a New York in tre mesi di viaggio) è molte altre cose. Forse meno interessante la Sala delle Storia dove plastici e pannelli ci illustrano la storia di questo paese con grande abbondanza di particolari sugli ultimi 40 anni e sulle realizzazioni dell'attuale sultano.
A cena in un ristorante omanita per provare la cucina locale, il setting, seduti in terra su cuscini in un ambiente senza finestre e polveroso spaventa molti, provo un piatto della cucina omanita descritto sulla guida e decido che non ne valeva proprio la pena.
Nessun commento:
Posta un commento