Oman



Qualche informazione su questo paese da Wikipedia

Dicembre 2013

Iniziamo la preparazione a questo il viaggio, il primo viaggio impegnativo che facciamo da molto tempo; gli eventi della vita ci hanno costretto ad essere un po' più tranquilli (non molto) ma la voglia di conoscere genti e posti nuovi ci spinge a partire verso l'Oman, paese della penisola arabica, musulmano ma non integralista, ricco ma non come i suoi più famosi vicini. Cercheremo di conoscere questo paese e comprendere qualcosa della cultura Araba anche se con l'handicap di non conoscere la loro lingua.

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21 Dicembre 2013

Prima tappa di avvicinamento, dobbiamo essere domani mattina alle 07:00 a Fiumicino perché il volo parte abbastanza presto; arrivare a quest'ora da Firenze in treno non è possibile, ci muoviamo  quindi con un giorno di anticipo, ma viaggiamo nella nebbia e nel traffico di un sabato pre-natalizio.
Abbiamo deciso per la macchina, col treno avremmo dovuto dormire vicino a Termini o vicino all'Aeroporto e gli alberghi non costano poco. Il viaggio è faticoso ma proviamo un'alternativa, andiamo a dormire a Fregene (spiaggia VIP del litorale romano), che è a poca distanza da Fiumicino; abbiamo trovato posto in un agriturismo, AgriSesto, dove dormiamo bene e dove lasciamo la macchina parcheggiata per usufruire del loro servizio navetta ad un prezzo inferiore di quello dei parcheggi di lunga durata. Devo confessare che questa scelta è motivata anche dal fatto che quando avevo pochi anni abitavo a Roma e mi portavano al mare a Fregene, ovviamente non ricordo quasi nulla ma l'idea di tornarci mi piace. Nel viaggio ci sarà un'altra coincidenza, una delle poche cose che ricordo del mio soggiorno romano (da tre a cinque anni) è il nome della strada in cui abitavo e scoprirò che uno dei partecipanti al viaggio ha una finestra proprio su quella strada, finestra da cui si vede la casa dove stavo. Roma non è poi così grande!!!

22 Dicembre 2013

All'aeroporto di Roma Fiumicino conosciamo alcuni degli altri partecipanti al viaggio, altri li conosceremo a Zurigo perché alcuni partono da Milano. Presentazioni e prime confusioni con i nomi ci vorrà un bel po' per impararli, come al solito. Lungo viaggio per Muscat, capitale del sultanato, voliamo Swiss Air in modo confortevole via Zurigo e con uno scalo tecnico a Dubai. Arriviamo con un po' di ritardo per qualche difficoltà di atterraggio a Dubai a causa di un tempesta di sabbia che costringe  il pilota a girare in tondo prima di avere il via libera per l'atterraggio.
Ci attende un pulmino, chiaramente sottodimensionato, dove staremmo precisi per un gita ma abbiamo anche i nostri  bagagli. Per riuscire a starci tutti, ci stipiamo come sardine in scatola e infine arriviamo al Corniche Hotel a Mutrah, il vecchio porto di Muscat. E' notte fonda, qualcuno decide di mangiare qualcosa nell'unico posto aperto, gli altri, di corsa, a dormire.
Le sistemazione in quest'albergo si rivelerà come la peggiore di tutto il viaggio, ci toccano delle stanze un po' fatiscenti e con una manutenzione inesistente, ma la cornice della Corniche è sicuramente bella

La Corniche del Porto di Mutrah

23 Dicembre 2013

Inizia il viaggio vero e  proprio, proveremo a capire qualcosa di questo paese, oggi sarà una giornata dedicata alla città di Muscat.

Giriamo la città con il solito pulmino ma senza le valigie, così è molto più confortevole. Partiamo con un po' di ritardo per la difficoltà di sincronizzare tutti gli orologi biologici dei 15 partecipanti e ci dirigiamo subito verso la Grand Mosque Sultan Qaboos che chiude alle 11:00. La Moschea è imponente con degli spazi esterni affascinanti, pieni di fiori e con un'architettura di grande impatto, anche la sala principale (la moschea degli uomini) è molto bella con una grande cupola ed un enorme lampadario e con il pavimento coperto da un immenso tappeto, intarsi e decorazioni abbelliscono le pareti.

Sultan Qaboos Mosque
Ci dirigiamo verso la Royal Opera House che però non riusciamo a visitare perché apre solo la mattina presto per le visite, un sbirciatina al foyer ci induce a pensare che forse una visita se la sarebbe meritata. L'autista dell'autobus ci porta verso un Hotel con tante stelle, Al Bustan Palace (di proprietà della catena Riz-Carlton) un imponente e direi brutta struttura che deturpa un posto assolutamente incantevole fra delle imponenti e  brulle colline rocciose e una splendida baia che ormai non è più possibile ammirare.  [Tappa da non inserire in nessun itinerario] La visione dall'alto permette di capire l'estensione dell'intevento

Al Bustan Palace *****
Ci facciamo poi lasciare nella Old Muscat dove pranziamo e passeggiamo. Ammiriamo il palazzo del Sultano (Al Alam Palace), un improbabile esempio di architettura islamica contemporanea che non è per nulla inserita nell'ambiente circostante; sarebbe vecchio di 200 anni ma è stato completamente restaurato e rinnovato nel 1972, (durante la nostra visita nell'Oman capiremo che questo di solito vuol dire ricostruire completamente). Non è la residenza ufficiale del Sultano ma più che altro una sede di rappresentanza

Il Palazzo del sultano
La vecchia città si affaccia su un piccola baia, in parte occupata da questo palazzo, in cui spiccano svariate fortificazioni, in particolare i due forti Mirani e Jalali, ne vedremo molte altri in questo viaggio poiché quasi tutti gli edifici storici pubblici sono di questo tipo. I due forti sono completamente restaurati ed arroccati in posizioni dominanti l'accesso al porto.

Il forte e parte del palazzo del sultano
A piedi rientriamo a Mutrah, attraverso alcuni insediamenti abbastanza poveri ed un bellissimo lungomare. Nel porto notiamo delle navi italiane, il pattugliatore Comandante Borsini e la nave Etna impegnate in operazioni di sorveglianza marittima in quelle zone e che proprio in quei giorni hanno sventato un tentativo di pirateria.

Entriamo nel Souq per guardare un po' di negozi, a parte la presenza dell'incenso vediamo molte cose che ormai si trovano in tutti i souq dell'oriente e anche su qualche nostra bancarella, la parte più interessante è il  souq dell'oro dove le vetrine scintillanti sono piene di gioielli e dentro donne col velo guardano e scelgono

Donne che fanno acquisti di oro
Andiamo a cena al ristorante del vicino Marina Hotel, buon ristorante che si chiama Al Boom, ed è collocato all'ultimo piano da dove si può vedere tutta la corniche di Mutrah; il cibo è discreto e hanno la licenza per gli alcolici. Ci beviamo e ci godiamo una birra sapendo che sarà una della poche di tutto il viaggio

24 Dicembre 2013



IL MUEZZIN
La prima mattina, grazie anche al sonno profondo post viaggio, non avevamo sentito nulla ma ora, poco prima dell'alba, sentiamo intonare, come in tutti i paesi di religione mussulmana, il canto del Muezzin che viene ripetuto cinque volte al giorno ad orari molto precisi (Fajr, Dhuhr, Asr, Maghrib, Isha) per ricordare ai fedeli l'obbligo della preghiera. Gli orari sono prestabiliti e dipendono dall'ora dell'alba e del tramonto, per esempio a Roma gli orari sono : Orari Preghiera a Roma
Il Muezzin canta dalla cima del minareto spesso aiutato da altoparlanti di varia potenza e debbo dire che, in base alla mia esperienza, non sempre è pienamente intonato. Chi volesse sapere cosa viene detto dal Muezzin durante l'Adhan può guardare su Wikipedia. Se poi, invece, sentite la mancanza del suo canto potete riascoltarlo facilmente su YouTube


Ci alziamo presto (alle 6:30) perché la giornata si prospetta piuttosto lunga; facciamo colazione e andiamo a visitare il mercato del pesce che è proprio di fonte all'albergo. Il mercato è in piena attività e  i pesci oceanici si mescolano a colorati pesci tropicali. Sono tutti molto impegnati, alcuni sfilettano pesci ed altri contrattano con chi è venuto a fare la spesa o con compratori all'ingrosso che acquistano quantità più abbondanti di pesce. Luciana e gli altri sei autisti delle macchine (due per macchina) devono andare alla Hertz per ritirarle; qualche disguido col pulmino e i nostri soliti ritardi ci fanno perdere molto tempo e sono oltre le dieci quando ritornano con le nostre tre Toyota Prada e possimao partire. Le macchine sembrano in buone condizioni anche se non particolarmente nuove, la nostra ha ancora un lettore di audio cassette ... ma nel complesso si riveleranno più che affidabili. Antonella ed io ci ritroviamo con Marta nella macchina guidata da Matteo e Maurizio, i nostri bravi M&M's.

Un breve percorso autostradale lungo la costa ci porta a Barka ed al suo forte. Qui avremmo dovuto vedere le barche rientrare e scaricare il pesce al mercato ma è tardi ed il mercato e vuoto è i pesci sono  già nei tegami  ... . Il forte è molto bello ed è particolare con la sua torre ottagonale.

Il forte di Barka
A causa del ritardo mattiniero saltiamo la visita al Bait Na'aman che dalla descrizione sulla Rough Guide e dalle fotografie sembra valere invece una visita.

La prima parte del viaggio si svolge tutta lungo la catena montuosa che scorre parallela all costa nel nord-ovest del paese, il clima sarà fresco e i paesaggi a volte verdeggianti.

Lasciamo la costa per salire verso le montagne del Western Hajar, catena montuosa che parte da Dubai e attraversa tutto l'Oman fino ad arrivare alla costa orientale. La parte Occidentale verso la quale ci dirigiamo è quella con le montagne più alte che visiteremo nei prossimi giorni. Il nome montagne dell'hajar in arabo vuol dire montagne di pietra (جبال الحجر) nome meritato per queste montagne rocciose e brulle.

Una buona strada asfaltata ci porta a Nakhal piccolo villaggio famoso per il suo forte, poche gocce di pioggia ci bagnano mentre iniziamo la visita ma saranno le uniche di tutto il viaggio. Il forte è in una posizione spettacolare e lo visitiamo con curiosità; come sempre accade l'insediamento è accanto ad un palmeto.

Il programma prevederebbe un salto alle sorgenti calde di Ain a’Thawwarah ma abbiamo poco tempo e la salita su strada sterrata che ci attende ci costringe a ripartire di corsa, peccato !!! Bisogna partire presto e non perderle.

Le sorgenti calde
Prendiamo la strada che sale sulle montagne e che viene descritta come uno splendido ma impegnativo percorso fuori strada attraverso il Wadi bani Awf.

Lo uadi, al plurale uidian (arabo وادي, wādī, pl. وديان, widyān), è il letto di un torrente, quasi un canyon o canalone in cui scorre (o scorreva) un corso d'acqua a carattere non perenne. Si trova generalmente nelle regioni desertiche, ad esempio nel Sahara o nei deserti della Penisola araba (Wikipedia).

All'inizio la strada è asfaltata (stanno asfaltando tantissimo e molte mete che richiedevano lunghe ore di viaggio ora sono facilmente raggiungibili e lo saranno sempre di più in futuro), iniziamo a chiederci se questo che viene descritto come un impegnativo percorso fuori strada sia del tutto scomparso sotto l'asfalto; dopo qualche chilometro però la strada diventa sterrata ma ancora facilmente percorribile. Il paesaggio è splendido e viaggiamo nel letto del torrente che ora è un piccolo ruscelletto ma che dopo una pioggia abbondante deve essere impetuoso.
La salita lungo il Wadi Bin Awf
Saliamo fino al villaggio di Balad Sayt, la strada è ora a tratti più impegnativa. Al villaggio ci dicono che dobbiamo salire ancora mille metri e in cima troveremo la nebbia, in effetti non vediamo la cima delle montagne immerse nelle nuvole. Il villaggio è un gruppetto di case su un'altura circondato da degli orti verdi, tutto intorno la montagna nuda.

Balad Sayt
La strada ora è ripida, in dei punti facciamo fatica a salire perché il terreno è sabbioso, inizia la nebbia, la visibilità diminuisce e saliamo fino a poco oltre 2000 m. di altezza, una volta superato il passo la nebbia inizia a dissolversi e ci godiamo uno splendido tramonto. La strada ora è buona e ci dirigiamo velocemente verso Nizwa dove dormiremo tre notti al Al-Diyar Hotel.
Cena buffet nell'albergo, come tutti i buffet abbondante ed anche non male.

25 Dicembre 2013

Oggi ci attende una lunga giornata di viaggio in macchina, la prima meta è l'altopiano di Saiq nel Jebel Akhdar o meglio nel Al Jabal Al Akhdar (la montagna verde), la strada sale ripida verso l'altopiano, guadagniamo rapidamente quota lungo una strada perfetta fino ad arrivare a superare i 2000 m. Lungo la strada ammiriamo il canyon formato dal Wadi Al-Ayn che è una enorme spaccatura che apre l'altipiano in due.

Wadi Al-Ayn
Ci fermiamo nel villaggio di Seeq, famoso per le sue coltivazioni. Non è la stagione giusta, lontani dalle piogge e dalla primavera non c'è molto da vedere di questi giardini famosi per le rose e per i melograni, giriamo un po' e poi torniamo alle macchine. Proseguiamo sull'altopiano e ci fermiamo al Wadi Bani Habib, qui la strada finisce e scendiamo lungo una scala in pietra fino al letto del wadi che percorriamo passando fra alberi di noce, del tutto spogli in questa stagione, fino a giungere ad un villaggio abbandonato; risaliamo  e giriamo fra le case diroccate immaginando come doveva essere la vita qui. Proseguiamo, più avanti c'è un altro villaggio ma soprattutto da qui possiamo vedere il primo villaggio arroccato sulla parete scoscesa con le "radici" affondate nel wadi, unica sorgente di vita e ricchezza.

Un villaggio abbandonato nel wadi
Dall'alto vedo delle donne che lavano nel falaj e quindi al vita continua intorno a questo flusso di acqua anche se poi tutti stanno nelle nuove case.

I falaj (singolare), aflaj (plurale) sono un sistema di trasporto idrico usato per fornire una fonte affidabile d'approvvigionamento d'acqua per insediamenti umani e per l'irrigazione in ambienti caldi e aridi. La tecnologia su cui sono basati fu sviluppata inizialmente nell'antica Persia e quindi diffusa ad altre culture, in particolare lungo la via della seta: verso est, fino alla Cina; verso ovest, fino ad altri territori del mondo islamico come il Marocco e la penisola iberica.

La giornata è però ancora molto lunga, torniamo verso Nizwa e ci fermiamo per pranzo a Birkat Al Mouz, c'è un altro forte che troviamo chiuso così come accadrà per molti altri. Dopo pranzo ci dirigiamo verso nord-ovest alla ricerca di un sito archeologico con tombe dell'età del bronzo. Non sarà facile trovare Al-Ayn ma ne vale la pena le scenografia del sito è davvero affascinante.

Tombe dell'età del bronzo
Torniamo indietro, dalla carta sembra che possiamo fare una strada più corta, la strada è bella, asfaltata e in un magnifico paesaggio, poi diventa sterrata ed infine ci dicono che non è possibile scendere fino a valle, vediamo il nostro obiettivo ma dobbiamo tornare indietro aggiungendo due ore alla già lungo giornata.

Ottima cena da Zaki Restaurant.

26 Dicembre 2013

Ripartiamo da Nizwa per andare a vedere il castello di Jabreen uno dei più belli fra quelli che visiteremo, un intreccio di scale, locali, terrazzi. Include in sé sia il forte che il castello nel senso che contiene sia gli appartamenti dell'Imam che gli spazi per la guarnigione e le riserve di cibo ed acqua per resistere agli assedi

Il forte di Jabreen
da qui proseguiamo per il forte di Bahla probabilmente altrettanto se non più bello ma sfortunatamente chiuso per lavori, apre solo poche ora alla settimana. Dichiarato patrimonio mondiale dell'UNESCO.  Sui forti dell'Oman il governo mantiene un sito con qualche informazione se siete curiosi >> Forti dell'Oman

Il forte di Bahla
Nel tempo risparmiato con la mancata visita al forte decidiamo di fare un giro nel souq. E' molto locale senza nessuna concessione turistica e qui riesco a vedere la prima donna che indossa la maschera delle donne Bedu
Donna Bedu
Ripartiamo per risalire in montagna l'obbiettivo è Jebel Shams (la Montagna del Sole) la cima più alta dell'Oman. la strada sale asfaltata ma con molti tornati in un paesaggio splendido.

Salendo verso Jebel Shams
Dalle carte pare che ci sia una strada che arriva fino alla cima ma arrivati ad un certo punto la strada si biforca, quella che sale è chiusa da un cancello perché sulla cima Nord c'è una base militare. proseguiamo lungo l'altra strada e dopo poco un parcheggio e uno splendido e spettacolare affaccio su 
Wadi Ghul, una profonda spaccatura conosciuta come il Gran Canyon d'Arabia. In effetti lo spettacolo è magnifico e difficile da rendere in fotografia.

Il Gran Canyon d'Arabia
Proseguiamo fino a un piccolo gruppo di case dove alcuni ragazzini vendono fossili e bibite, da li parte uno dei trekking più conosciuti dell'Oman lungo il canyon fino ad arrivare alla cima Sud del Jebel Shams, noi percorriamo solo l'inizio del sentiero per affacciarci sulle profondità del canyon. Anche oggi siamo arrivati a circa 2000 m. ma dobbiamo riscendere lungo l'ampia strada asfaltata per dirigerci verso Al Hamra.

Le nostre guide ci dicono che qui troveremo ancora in piedi la vecchia (400 anni) città con palazzi il adobe, fango e paglia, alcuni di due o tre piani; giriamo in macchina ed arriviamo all'oasi verso la quale digradano le case di fango, alcune splendide ma senza un intervento di conservazione ci sembra che in pochi anni possano crollare.

Una casa di fango all'ombra di una palma
Sono bellissime e girare per il villaggio è affascinante anche perché in fondo ad ogni strada che scende possiamo vedere il verde delle palme nell'oasi.

L'oasi
Torniamo in albergo per una cena a buffet.


27 Dicembre 2013

Oggi lasciamo Nizwa e ci dirigiamo verso il deserto el Nord dell'Oman abbiamo un appuntamento ad Al Mintrib per incontrarci con quelli del Safari Desert Camp che ci devono dire come fare ad arrivare alle loro tende nel deserto.
Prima di partire torniamo in città, oggi è Venerdì e c'è il mercato degli animali, alcuni si dirigono li, altri visitano il forte. Il souq degli animali e sotto una copertura circolare che copre una pista lungo la quale i venditori camminano con gli animali in vendita, il compratori e un folto gruppo di turisti sono al centro o all'esterno. Si vendo piccole mucche, capre, pecore, vedo delle galline, forse una gazzella, i dromedari li abbiamo visto in un camioncino all'esterno forse sono animali che non gradiscono la folla.

Il souq degli animali
E' bello guardare le persone, uomini dalle lunghe barbe a volte tinte di henne e donne Bedu con le loro maschere.




IL BURQA
La quasi totalità delle donne Omanite che abbiamo incontrato portano il velo e debbo dire che molte lo fanno con una certa classe e femminilità.
Pur essendo un paese mussulmano non mi pare che ci siano tracce di fondamentalismo mi sembra che la condizione della donna non sia come in altri paesi e che siano abbastanza libere anche se con delle modalità ovviamente diverse dalle nostre; per approfondire potete leggere questo reportage sulle donne in Oman pubblicato sull'inserto di IO Donna del Corriere della Sera o anche un interessante articolo su Emotions in cui si spiega anche il ruolo del burqa ed altre cose sulla condizione femminile in Oman. La foto è rubata da quest'ultimo sito

Donne Omanite velate


Il tempo passa veloce e arriva l'ora di ripartire.

Ripartiamo diretti a Sinaw attirati dal fatto che sulla carta ci viene segnalato un mercato a cui partecipano delle donne Bedu ed alcune case di fango dalle belle strutture. Il mercato è molto poco turistico e quindi per molti versi interessante, girelliamo per stradine notando piccoli negozi, artigiani e alcune donne dai vestiti sgargianti.



Piccola trasgressione dal gruppo per vedere una torre e un gruppetto di case di fango semi-diroccate e poi anticipiamo l'andata al punto di ritrovo per l'ingresso nel deserto per poter avere un po' più di tempo. Arrivati a Al Mintrib, restiamo in attesa di un altro gruppo di italiani, nel frattempo ci sgonfiano un po' le gomme per avere un po' più di aderenza sulla sabbia e poi andiamo, 20km di pista nella sabbia per ammirare il deserto e i dromedari che pascolano liberi.

La pista nel deserto
Siamo dentro le Wahiba Sands, le dune del deserto del nord dell'Oman, il campo dove staremo è bello, i bungalow hanno anche un bagno in muratura che però è senza tetto, questa sera sarà una grande esperienza usarlo !!! Una doccia rapida prima che scenda il buio e con esso il freddo e poi ci arrampichiamo sulle dune in attesa di ammirare il tramonto. La sabbia è finissima, morbida e scorre quasi fosse fluida formando piccole onde giù dalle dune. a piedi scalzi la sentiamo sotto i piedi e ci bagniamo nella luce rossa del tramonto. Torniamo al campo in linea retta scivolando in piedi giù dai pendii sabbiosi.

Tramonto nel deserto
Andiamo a cena in una struttura all'aperto seduti su delle selle di cammello ... e poi sdraiati su divani poggiati in terra. Dopo poco, in un braciere di metallo, viene acceso un fuoco. Non deve essere semplice trovare della legna nel deserto, ma la temperatura è scesa rapidamente e il calore che emana dal fuoco fa piacere, alcune donne Bedu accompagnate da un tamburo suonato da un uomo cantano accompagnando le nostre chiacchiere. Sotto un immenso cielo stellato come unico riparo, con stelle che non abbiano mai visto nella luce delle nostre città, ce ne andiamo a dormire.


IL CAMMELLO, SCUSATE, DROMEDARIO
A giro per  l'Oman e anche qui nel deserto vediamo questi animali, tutti addomesticati perché anche quelli che vediamo pascolare liberi hanno delle bardature. Li chiamiamo cammelli ma sono dromedari, perché i cammelli (Camelus bactrianus) hanno due gobbe e vivono nell'Asia centrale mentre i dromedari (Camelus dromedarius) ne hanno una sola e vivono nei deserti dell'Asia Occidentale e del Nord Africa. La domanda che ci siamo posti riguarda però un fatto che ci angoscia non poco ed è la seguente "La ben nota marca di sigarette che prende il nome da questo animale ha il nome di uno e la foto dell'altro. Com'è possibile?" Una rapida consultazione di Wikipedia ci dice "The camel in the logo is of the dromedary variety. In languages other than English, a distinction is made between camels and dromedaries, so the name and image do not coincide. The Camel name and branding were chosen to evoke the perceived mystery and exoticism of the Middle East."
A questo punto bisogna consultare l'OED (Oxford English Dictionary) che dice
Camel, n.A large hornless ruminant quadruped, distinguished by its humped back, long neck, and cushioned feet; it is nowhere found wild, but is domesticated in Western Asia and Northern Africa, in the arid regions of which it is the chief beast of burden.
Ora la zona parrebbe quella dei dromedari ....
Ma c'è una noticina:
There are two distinct species, the Arabian or one-humped, and the Bactrian or two-humped; a lighter and fleeter variety of the former is known as the Dromedary.
Controlliamo ancora sull'OED
Dromedary, n.A light and fleet breed of the camel, specially reared and trained for riding. See camel n. Usually of the Arabian or one-humped camel, but the Bactrian camel may also be improved into a Dromedary.
Cioè ...  credo ... insomma ... pare di capire che secondo l'OED si chiama dromedario una varietà  di entrambi (camelus bactrianus e dromedarius) selezionata per essere leggera e svelta. Questi inglesi mi paiono un po' complicati, in effetti da nessuna altra parte c'è alcun accenno a questa distinzione e poi, diciamoci la verità, leggero e svelto nella classificazione tassonomica (si dice così) mi paiono davvero fuori luogo ... camelus levis et ieiunius mi suona strano assai. Dicono cammello e basta come facevo io fino a questo viaggio e come probabilmente continuerò a fare (poveri dromedari). Che poi non è proprio sbagliato
Cammello, s.m.ZOOL. Quadrupede ruminante della famiglia dei Camelidi, proprio dei paesi desertici, di due specie: una a due gobbe dorsali (Camelus bactrianus), e l'altra a una gobba dorsale (Camelus dromedarius)‖ per anton. Quadrupede ruminante con due gobbe dorsali, pelo marrone chiaro e testa piccola
GABRIELLI ALDO
Dizionario della Lingua Italiana
Editore: HOEPLI


28 Dicembre 2013


E' difficile lasciare il deserto che ci affascina con i suoi spazi senza limiti in tutte le direzioni, ci arrampichiamo sulle dune per dare un altro sguardo verso l'orizzonte e "lanciare una monetina dietro le nostre spalle" nella sabbia: non è l'ultima volta che siamo qui, un giorno torneremo.


Cavalcata mattutina

Salutiamo il deserto
Ci dirigiamo verso Wadi Bani Khalid dove c'è una piscina naturale formata dal fiume che gli Omaniti e i turisti utilizzano per rinfrescarsi a poca distanza dal deserto. Il effetti è una meta frequentata, tante sono le macchine posteggiate, riusciamo a trovare un posto per le nostre macchine e a piedi andiamo verso il lago naturale sulle cui rive c'è un ristorante con dei bagni che utilizziamo per cambiarci. Ci fermiamo per un bagno ristoratore

Wadi Bani Khalid
Lungo al strada ci fermiamo a Manah dove ci attende una bella sorpresa, un castello non restaurato. Questo fatto merita un commento, tutti i forti/castelli che abbiamo visto sono stati restaurati nel senso di ricostruiti ed è quindi difficile dire cosa ci sia rimasto di originale e cosa sia nuovo; alcuni danno l'impressione di totale ricostruzione ma forse sono solo gli intonaci completamente rifatti che coprono la vecchia struttura ma certo che vedendo quelli non ancora restaurati ed abbastanza diroccati molte parte devono esse state ricostruite. Questo di Manah non è stato toccato e conserva il fascino dell'età, non si paga l'ingresso e si entra attraverso le parti crollate del muro di cinta, per noi italiani ha un fascino diverso e sembra conservare le impronte di chi nel passato ha calpestato queste stanze e questi cortili.


Una porta
Proseguiamo per Jalan Bani Bu Ali dove c'è un forte e per Jalan Bani Bu Hassan dove guardiamo (da fuori) la moschea sormontata da decine di piccole cupole. E' l'ora della preghiera e gli uomini musulmani entrano per pregare.


L'ultima sosta della giornata è a Al Ashkharah piccolo villaggio di pescatori, l'atmosfera è quite, tranquilla, serena passeggiamo sulla spiaggia dove sono allineate le barche azzurre,


alcuni gruppi (di uomini) siedono appoggiati al muro parlando e aspettando la sera


Stasera dormiamo nel Al Naseem Camp a poca distanza dalla Ras Al Jinz Turtle Reserve una delle mete più gettonate dell'Oman. E' una riserva naturale dove le tartarughe vengono a riprodursi. Questa non è la stagione migliore ma speriamo di vedere qualcosa. Ceniamo e andiamo al centro di accoglienza in attesa che il nostro gruppo sia portato dalla guida sulla spiaggia, andiamo al buio con le nostre frontali, in silenzio ma insieme a molti molti altri turisti. Aspettiamo e finalmente ci portano a vedere una tartaruga che depone le uova, un po' mi dispiace che debba farlo con una folla di turisti che si alternano a gruppi a guardare. Lo spettacolo è magico e affascinante, non si possono fare foto e quindi ne rubo una da internet
Tartaruga che depone le uova
Ci fanno anche vedere una tartarughina che la guida aveva con sé ma questo fa parte dello spettacolo. Per vedere la tartaruga rientrare in acqua l'appuntamento è alle 04:00 ma solo Fabrizio ha il coraggio di svegliarsi noi vedremo il filmato sul suo tablet. Quindi rubo un'altra foto

Ritorno al mare




29 Dicembre 2013

Lasciamo le tartarughe e iniziamo la strada che ci riporterà a Muscat, viaggiamo lungo la costa verso Ovest. Prima tappa Ras Al Hadd col suo forte, la giornata è senza fretta, ci fermiamo lungo la strada al bordo di una laguna per girellare fra le barche. C'è anche un relitto spiaggiato e noi curiosiamo tutto intorno, sbirciamo dentro per vedere al struttura de fasciame.

L'interno della barca spiaggiata
E' il primo giorno che non dobbiamo correre e ci prendiamo tutto il tempo necessario. Proseguiamo ed arriviamo a Sur dove ci fermeremo per fare alcune gite nei dintorni. Arriviamo da est nella parte vecchia o meglio nel villaggio di Ayjah dove ci sono il vecchio porto e due torri di osservazione, sulla spiaggia nelle barche tirate a secco a riva i pescatori riparano le reti da pesca.

Si riparano le reti
Un ponte sospeso collega questa pate della città alla parte nuova dove dormiremo.

Ci perdiamo e ritroviamo dentro Sur siamo a dormire nel suoq presso il Sur Hotel (le foto sul sito sono molto ritoccate!) sistemazione plausibile discrete camere e colazione, c'è anche un internet point free. Pranziamo al Sur Sea Restaurant che è di fronte al Sur Beach Restaurant sono praticamente identici ma forse il primo è più carino ma a pranzo abbiamo mangiato all'aperto e la sera al chiuso e forse la differenza è solo questa.

Il pomeriggio prendiamo le auto e andiamo a vedere il castello di As Sineslah e il forte di Bilad Sur che sono appena fuori la città, dal primo, in fase di ricostruzione/ristrutturazione si gode una bella vista sulla città e sulle sue case bianche

Sur
Il pomeriggio  è libero, ci dirigiamo verso il ponte che abbiamo attraversato prima perché proprio li accanto ci sono i cantieri dove costruiscono ancora i dhow costruzioni in legno tipiche di queste regioni. Nel 1980 Timothy Severin con il supporto del sultano si fece costruire uno di questi dhow a cui diede il nome di Sohar per ripercorrere il viaggio del marinaio Sinbad così come raccontati nelle Mille e una notte. La nave è ora visibile al Museo della Navigazione a Muscat.
Il cantiere è in funzione e stanno costruendo due dhow ma chiaramente ha visto tempi migliori, intorno di ci sono, spiaggiate, la carcasse di alcune navi de legno.

Un relitto vicino al cantiere
La costruzione è fatta da artigiani che lavorano a mano il legno preparando i singoli pezzi che incastrandosi andranno a formare la nave, solo una mano d'opera a bassissimo costo può permettere una simile lavorazione artigianale e credo che le barche non saranno usate dai pescatori ma per i turisti o per pubblicità.
A mano si costruisce il dhow
Rientriamo verso l'albergo passeggiando nel souq che ora è aperto, guardando i negozi ci rendiamo conto che forse, in privato, è leggermente diverso da quello che noi vediamo per la strada ...
Abiti

30 Dicembre 2013

Giornata dedicata all'esplorazione di alcuni wadi, siamo diretti prima Wadi Tiwi e poi a Wadi Shab, due escursioni molto differenti perché lungo il primo risaliamo lungo una stretta strada asfaltata mentre il secondo lo risaliamo a piedi.

Ci dirigiamo ad ovest di Sur, lungo la costa, ci fermiamo su una bella spiaggia, passeggiamo cercando conchiglie, sassi e pezzi corallo; non c'è nessuno tranne noi, di fronte a noi il Golfo di Oman e dall'altra parte il confine Iran, Pakistan e poco più a nord l'Afganistan tanto per ricordarci che noi siamo qui in vacanza, tranquilli ma il mondo intorno a noi non lo è.

Di fronte a noi
Proseguiamo fino all'ingresso del Wadi Tiwi, purtroppo l'autostrada che corre lunga la costa sciupa un po' l'ingresso ma la strada che si arrampica stretta lungo la valle è spettacolare, un tratto attraversa un paesino e ci chiediamo come facciano due macchine a incrociarsi e lo verificheremo al ritorno! 

Wadi Tiwi
Vediamo uno spiazzo con delle macchine parcheggiate e decidiamo che questo è il punto di accesso alle piscine naturali a cui stiamo puntando. C'è un gruppo di case e dei ragazzini si offrono volontari per accompagnarci, anche questa volta come sempre durante il viaggio non ci chiedono nulla, mai siamo stati importunati da richiesti di grandi o piccoli. Solo grandi sguardi ci scrutano
Ci guardano
Un breve sentiero ci porta ad una pozza di acqua fresca dolce dove qualcuno fa il bagno mentre i bambini ci guardano; immagino che per loro sia come guardare un documentario su posti esotici e c'è anche qualche donna in costume !!!!

Le nostre guide
Ci raggiunge un altro gruppo di italiani ed il livello di inquinamento acustico sale notevolmente ma sono simpatici. Ripercorriamo il sentiero fino alle macchine, siamo incastrati da una macchina parcheggiata ma poco dopo arriva il proprietario della macchina che ci blocca e riprendiamo la strada in discesa. A metà del villaggio incrociamo una macchina che sale, qualche contrattazione e discussione ma riusciamo a trovare una soluzione facendo infilare il malcapitato in una stretta e scoscesa piazzola da cui, credo, sia riuscito a uscire a marcia indietro.
Di nuovo lungo la costa fino a Wadi Shab, parcheggiamo insieme a MOLTI altri turisti in un orribile parcheggio con bagni sotto un ponto autostradale che copre l'ingresso del wadi. Accanto ad un pilone dell'autostrada un piccolo imbarcadero permette l'attracco delle barche che ci portano dall'altra parte del "fiume" perché il sentiero è dall'altra parte, irraggiungibile a piedi. Ho scritto fiume fra virgolette perché in effetti è un laghetto, il fiume diventa fiume e scorre dopo le piogge. Risaliamo il wadi a piedi, la natura è bellissima, il letto del fiume all'inizio è grande fiancheggiato da palme e mano a mano che saliamo diventa più stretto; ci sono molte pozze dove è possibile fare il bagno

Wadi Shab
Ci fermiamo in diversi punti dei wadi, ciascuno a seconda della voglia di camminare e dei gusti personali. Che legge, chi riposa e chi fa il bagno. I più sportivi vanno oltre ...